Tre

di Valérie Perrin, edizioni e/o

Recensione di Irene Gironi Carnevale

Mi era molto piaciuto Cambiare l’acqua ai fiori, lo avevo trovato originale e ben scritto. Quindi, non avendo letto il primo, Il quaderno dell’amore perduto, aspettavo il nuovo libro dell’autrice con curiosità.

L’aspettativa non è andata delusa. Tre, 530 pagine, è sicuramente molto più articolato e con un gruppo di personaggi molto più ampio le cui storie si intrecciano con quelle dei tre protagonisti nell’arco di 30 anni, toccando temi anche importanti e complessi, ma sempre con grande attenzione e senza mai parteggiare. Etienne, Nina e Adrien si conoscono a scuola e diventano inseparabili, tre amici veri che dividono tutto. O quasi, perché anche nell’amicizia più grande c’è sempre un angolino che teniamo per noi, qualcosa di inconfessato che non possiamo davvero dire a nessuno. Le loro vite vanno avanti e indietro, su più piani temporali e se è un po’ faticoso star dietro ai salti di periodi, la trama è talmente avvincente che si può perdonare questo artificio letterario.

Nella piccola cittadina, quelle classiche di provincia dove sembra non succedere mai nulla, invece accade molto di emerso e di sommerso, personaggi maggiori e minori spaziano attraverso passioni estreme, segreti più o meno inconfessabili, vendette e riscatti, speranze, delusioni, sogni infranti e realizzati, il tutto nelle ultime pagine andrà a posto come le facce del cubo di Rubik che, dopo aver girato e rigirato mischiando i colori, improvvisamente, con un gesto che sembra casuale, vanno tutte al loro posto.

Una bella lettura.